PROGRAMMI DI RECUPERO URBANO
La chiusura della fase di definizione dei programmi di recupero urbano, – dichiara il geom. Piero Labbadia Vice Presidente del Comitato Cittadino di Dragona- segna un momento particolarmente rilevante della storia urbanistica di Roma, di “urbanistica partecipata”.Penso ad esempio al grande e lungo lavoro svolto dai noi ( professionisti, cittadini , comitati di quartiere e associazioni) insieme agli uffici competenti ( Dipartimento Politiche del Territorio, Progetti Urbani) per promuovere i programmi di recupero urbano sui quali dopo la fase progettuale, le imprese saranno impegnate operativamente sin dai prossimi mesi. I suddetti programmi di recupero urbano, sono realizzati sulla base di proposte con il concorso di risorse pubbliche e private, sono proposti al Comune da soggetti pubblici e privati, anche associati tra loro, e hanno lo scopo di realizzare i servizi pubblici del quartiere e di risanare il tessuto urbano spontaneo. Le finalità della legge possono essere riassunte, con lo scopo finale del recupero edilizio-urbanistico dell’esistente. Essi sono caratterizzati dalla presenza di una pluralità di funzioni e d’interventi quali quelli di recupero, di sostituzione edilizie, di nuove costruzioni, di opere di urbanizzazione e sono destinati quindi a grandi operazioni di rinnovo urbano, in quanto devono avere una dimensione tale da incidere sulla riorganizzazione della città.Sarà questo il momento per i cittadini che qui risiedono e lavorano, -continua Piero Labbadia – per vedere concretamente realizzate le grandi quantità di opere pubbliche progettate per eliminare la differenza tra periferie storicamente abusive e le parti migliori della città.Nel 2000 la commissione urbanistica del Comune di Roma -continua Labbadia -si è fatta prima ascoltatrice attenta, poi portatrice attiva delle nostre proposte al fine di far finanziare le seguenti opere: la Piazza pubblica davanti alla chiesa Santa Maria Regina dei Martiri, la Piazza pubblica davanti il Casale “Torcolini” su via di Dragone, il recupero del Casale “Corte Grande”, il recupero della villa romana di Dragona e Dragoncello, la realizzazione di parchi pubblici e di scuole (asili, materne, elementari e medie), il campus nell’Istituto “Traiano”, il Palazzo dello Sport ( ex Palazzo della Musica) e la realizzazione di diverse opere viarie e parcheggi.Occorrerà – conclude Piero Labbadia- affinché gli aspetti positivi degli strumenti urbanistici di recupero incidano realmente sulla qualità della vita dei cittadini, istituire un ufficio di coordinamento e di controllo delle opere pubbliche a scomputo e di attuazione degli Strumenti Urbanistici che coinvolga anche i Comitati di Quartiere stessi poiché è difficile pensare che le attuali strutture possano minimamente sopperire alle necessità.