Martedì 13 febbraio una delegazione del Comitato Cittadino di Dragona composta dal dott. Giorgio Luciani Presidente del Comitato Cittadino, il geom. Piero Labbadia Vice Presidente e il geom. Federico Luciani Pres. Commissione Urbanistica ha incontrato presso il Dipartimento XIX Politiche per lo sviluppo e il recupero delle periferie preposto all’attuazione dei Programmi di Recupero Urbano il dirigente della VI Unità Organizzativa arch. Mauro Martini ed una rappresentanza del dipartimento stesso . Nell’incontro sono stati trattati alcuni temi di natura urbanistica legati all’attuazione degli art. 11ed in particolare della O.P 30 e O.P 31; e proprio nell’approfondire l’ O.P. 31 Ristrutturazione del Casale Corte Grande è stata lanciata l’idea di destinare una parte degli edifici ad accogliere la collezione del Museo della cultura popolare e dell’artigianato scomparso, meglio noto come Museo Agostinelli. La struttura, privata (anche se qualche interesse nei suoi confronti è stato mostrato negli anni passati da parte della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma e dal Museo Nazionale di Arti e Tradizioni Popolari) è oggi gestita direttamente da Domenico Agostinelli con accesso gratuito, ed è nata intorno alla metà del 1960.
Il Museo Agostinelli, allo stato attuale delle cose, occupa complessivamente tre piani di una modesta palazzina a cui si aggiungono diversi magazzini sparsi nei dintorni della stessa, dove sono disposti, con gravi problemi di conservazione, tutti quegli oggetti che ancora aspettano di trovare una sistemazione definitiva.
L’enorme quantità di materiali presenti all’interno del Museo (si calcola più di seicentomila) in parte è stata raccolta direttamente da Agostinelli in anni e anni di ricerche e viaggi, in parte è stata portata al museografo (a vario titolo) da amici, collaboratori o clienti; si tratta di oggetti prodotti nel periodo compreso tra il 1500 al 1950; quanto prodotto dal 1950 al 2000 è invece oggetto di una raccolta separata (la scatola del tempo) destinata ad essere rappresentativa della evoluzione tecnologica che c’è stata in questi ultimi decenni ed a formare una “costola” del Museo Agostinelli degli anni futuri.
Il museo – conclude Labbadia responsabile del Centro Studi Storici del Territorio del Comitato Cittadino di Dragona- risulta di difficile classificazione: molto distante dal museo inteso in senso classico, al limite mostra delle somiglianze con gli ordinari musei spontanei di matrice contadina. Allo stato attuale dei fatti, – continua Labbadia- pur con molti limiti e molte mancanze (specie sul piano prettamente museografico: assenza di inventario, problemi d’identificazione e classificiazione di oggetti, assenza di validi apparati didattici e comunicativi), limiti e mancanze derivanti dalla scarsità di spazi, fondi ed energie a disposizione del fondatore, il Museo Agostinelli mostra di avere un alto valore culturale nella misura in cui, per lo meno a livello potenziale, si propone quale ponte tra noi ed il mondo che al suo interno è rappresentato, il mondo pre-industriale rimosso a partire dall’avvio del processo di modernizzazione del paese che ha avuto inizio nel dopoguerra.